La parola del cuore

suor Ester Baudino, Cuneo
Parlare con il cuore, dal Messaggio di papa Francesco per la Giornata delle CSChe cos’è la parola? Una semplice emissione di suoni. Eppure essa possiede un grande potere sulla persona che la riceve.

La parola è caratteristica della natura umana, proviene dal profondo della persona, dal cuore e dona vita a quell’avventura stupenda: la relazione con l’altro. «La bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda» (Lc 6). Se il cuore è buono, si realizza “il miracolo dell’incontro”, che consiste in questo: “Sentire nel proprio cuore anche il palpito dell’altro”. Allora si imparerà a “guardare gli uni gli altri con compassione, accogliendo le proprie ed altrui fragilità con rispetto, anziché giudicare per sentito dire e seminare discordie e divisioni”. Parlare con il cuore è il messaggio che papa Francesco ci offre per la Giornata delle Comunicazioni Sociali il 21 maggio 2023.
Ne consegue che una semplice parola può costruire o distruggere una relazione, consolidare o spezzare una amicizia, sollevare o far precipitare ponti.
La parola che scaturisce da un cuore buono ha la capacità di rompere isolamenti e solitudini, cercando i punti possibili di contatto, suscitando legami profondi, autentici e stabili, aprendo la strada a orizzonti positivi di autostima, benessere e vita. Parlare con il cuore non si esaurisce in un semplice scambio di informazioni, arido e sterile, ma è “partecipazione alle gioie e alle paure, alle speranze e alle sofferenze delle donne e degli uomini del nostro tempo”. Parlare con il cuore è una abilità da imparare. Che lo vogliamo o no, ogni nostro atto comunicativo è un riflesso di ciò che pensiamo di noi stessi, dell’altro e degli altri, dei valori che apprezziamo e che viviamo, delle nostre emozioni, sogni e speranze come delle nostre sconfitte, fallimenti e delusioni.
“Noi siamo ciò che comunichiamo”, diceva san Francesco di Sales, e il “criterio dell’amore” è la via maestra per l’uomo in genere e ancor più per chi si dice cristiano. Egli sente la responsabilità di ascoltare la Parola, per diventare a sua volta, parola, “parola di verità e di amore per saper dire la verità nella carità e per sentirci custodi gli uni degli altri”.
Come persone e come credenti, ci auguriamo che veramente le comunicazioni sociali nel nostro tempo, e nella Chiesa in particolare, siano tali da “accendere i cuori, diventare balsamo sulle ferite e fare luce sul cammino dei fratelli e delle sorelle” in questa grande famiglia che è l’umanità.
Per questa umanità, ferita da guerre e divisioni, la pace può crescere se trionfa il linguaggio della pace, se cresce la fiducia tra persone e popoli, se si trova “un terreno comune dove incontrarsi”.
Il linguaggio della pace può scaturire solo dalla conversione del cuore: questa è perciò la vera via della pace.

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