Buona Pasqua!

di Angelo Fracchia

Noi esseri umani siamo capaci di generosità impensate, di pensieri inimmaginabili, di realizzazioni...

mozzafiato. Ma siamo frangibili. Basta una parola mal compresa, uno sguardo mal interpretato, un silenzio frainteso a farci mettere tutto in discussione. E ci sappiamo condannati al fallimento della morte.
Per questo sogniamo qualcosa o qualcuno che prodigiosamente, in piena generosità, con un progetto mai visto prima, con un'opera strepitosa, ci liberi dalla fragilità. Che lo chiamiamo Signore, rivoluzione o shopping, questo è il dio che ci costruiamo.
Ma per questo, anche, l'unico dio credibile è chi la fragilità la accoglie, la fa sua, per dirci non "Tranquillo, ci penso io", ma prima di tutto "Tranquillo, sarò con te". Non è il dio che ci saremmo immaginati, che avremmo pensato, che avremmo inventato. Perché il reale, quando si manifesta, ci stupisce, ci costringe ad uscire fuori da noi... per ritrovarci completamente.
La croce dice che la nostra frangibilità non sarà cancellata.
Il sepolcro vuoto dice che la nostra frangibilità sarà superata. Non dimenticata, ma assunta nella nuova vita. Che dunque comincia già ora, da quando sappiamo di essere fragili, e che lo resteremo. Ma che questo non segnerà la nostra fine.
L’augurio pasquale a tutti, a chi questo già lo aveva scoperto o intuito, a chi considera il messaggio del vangelo una pia illusione, e a tutti coloro che si pongono da qualche parte lì in mezzo, è di riconoscersi frangibili, e di riuscire a confidare che il nostro frangersi non sarà l'ultima parola. Tanto che tutto il nostro impegnarci per costruire una vita umana migliore a noi e ad altri acquisisce senso e valore.