Da Le Puy a Cuneo [2]

di suor Graziella Zocchi
Come già dicevo nella prima di queste comunicazioni, la visita delle sorelle della nostra ONG...

ci ha messi tutti in movimento: molte di noi abbiamo avuto l’occasione, in diversi momenti, e anche con nostri amici, di parlare con loro: ci hanno spiegato come lavorano, quali sono i loro obiettivi, le loro difficoltà e le loro opportunità e, soprattutto, hanno chiesto insistentemente la nostra collaborazione.
Il loro compito è quello di farsi voce dei poveri, dei diseredati, dei senza diritti presso l’ONU durante le sessioni cui partecipano. La loro voce è accolta con attenzione, perché si sa che le Congregazioni non hanno interessi politici o economici e vivono immerse nelle “periferie”.

Nel mondo, noi suore di san Giuseppe, siamo più di 10.000 sparse in una cinquantina di paesi nei vari continenti. Conosciamo le varie realtà, le viviamo dall’interno con passione, in piena solidarietà con i poveri; le nostre sorelle ci hanno chiesto con insistenza di impegnarci a farle conoscere a quanti all’ONU non le conoscono. Sembrerebbe impossibile ma abbiamo constatato che è così.
Nelle nostre conversazioni è emerso, per esempio, che sul fenomeno migratorio, che sta così duramente affliggendo l’Italia, gli Ambasciatori all’ONU conoscono il numero di quanti approdano sulle nostre coste e di quanti non approdano ma le tragedie che vivono le singole persone durante i loro spaventosi viaggi, le condizioni in cui si trovano quando vengono accolti nei nostri centri, queste realtà loro neppure le immaginano.
Attraverso le ONG, ovviamente non solo la nostra, ma noi attraverso la nostra, possiamo fare dei tentativi che speriamo abbiano successo perché i potenti della terra si impegnino sempre più a trovare soluzioni ai reali problemi dell’umanità.
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