Se sei Dio...

di Angelo Fracchia

Abbiamo in mente le tentazioni come erano immaginate nei racconti medioevali:

soldi, potere, sesso. I vangeli, però, si svelano ancora una volta più profondi e ci aiutano ad andare in profondità.
Tre vangeli su quattro ci dicono che anche Gesù è stato tentato. Già questo ci conforta, significa che si può essere uomini e donne perfetti pur subendo tentazioni, si può restare vicini a Dio pur tentennando.
Ma in che direzione vanno le tentazioni a Gesù? Aveva sentito una voce, mentre usciva dall'acqua del battesimo, aveva intuito di non essere un uomo come gli altri. Si era ritirato nel deserto, per meditare e capire. Dopo quaranta giorni, ha fame, il che è semplicemente naturale. Potrebbe invocare dal padre un aiuto, sarebbe anche comprensibile. Che fine farebbe la sua missione, se morisse di fame? Basterebbe soltanto chiedere... Forse che Dio non si disturberebbe per suo figlio?
Il tentatore, ciò che si infila tra me e Dio, tra me e il mio "io" più autentico, non si limita a dire «Trasforma queste pietre in pane». No, insinua il dubbio autentico: «Se tu sei figlio di Dio...». Eccola, la tentazione vera. Noi intuiamo qualcosa di noi, come lo ha fatto Gesù, e capiamo che per rendere vera questa possibilità, questa chiamata, dobbiamo faticare, impegnarci, costruire. Ecco che giunge la voce a dirci: "Ma davvero? Che garanzie hai? Se davvero le cose stanno così... avresti bisogno di una conferma".
Anche Gesù c'è passato. Anche lui ha dubitato di sé, della propria chiamata, della propria natura. Anche lui è stato tentato di "mettersi alla prova", di vedere se riusciva ad avere qualche indizio "concreto". Altrimenti, avrebbe dovuto fidarsi. Fidarsi della propria intuizione inviata dal Padre, fidarsi del Padre che comunque aveva un'intenzione buona su di lui.
L'alternativa alla tentazione non è il restare rigidi e inflessibili sulle proprie posizioni, ma il fidarsi di una parola promettente, che non potrà mai essere verificata fino in fondo ma che chiede di abbandonarsi al suo abbraccio. Non è facile, ma è quanto di più umano ci sia.
Infatti c'è passato anche Gesù, che ci sa capire.
Prima domenica di Quaresima, anno A Leggi il vangelo secondo Matteo, 4,1-11