L’amore è gratis

di Paolo Scquizzato
L’Amore si fa dono senza se e senza ma. L’amore è gratis e immeritato. Non chiede ‘carta d’identità’, o ‘fedina penale’ prima di donarsi.

In Giovanni l’unico discepolo che si ‘comunica’ al pane donato da Gesù è Giuda, il traditore. Una certa spiritualità malata ha insinuato l’idea che la ‘comunione eucaristica’ sia il premio dei buoni, la ricompensa dei puri, la ‘palma’ per i vincitori. Come se per ricevere la prestazione di un medico occorresse essere sani, distorcendo il messaggio di Gesù quando dice: «Non sono isaniche hanno bisogno del medico, ma i malati» (Lc 5, 31).
Il «fate questo in memoria di me» di Gesù, che viene ripetuto durante ogni celebrazione, non sta a significare che bisogna moltiplicare le Messe, ma piuttosto a vivere nella modalità di Cristo, ossia nel dono di sé come seme che muore.
«La celebrazione eucaristica realizza se stessa quando fa in modo che i credenti donino "corpo e sangue" come Cristo per i fratelli» (Carlo Maria Martini).
Se ‘fatta la comunione’ si esce di chiesa pensando di aver accresciuto la propria ‘santità’, o di aver semplicemente assolto il precetto domenicale, e non si è disposti a farsi ‘prendere’ e mangiare dall’altro, perdiamo anche ciò che si è ricevuto in chiesa. Non c’è alcun atto magico nel cristianesimo.
Il dono ricevuto se non è ri-donato a propria volta, va perduto.
Diventare ‘pane’, perché l’altro mangiando riceva vita; farsi ‘sangue versato’, perché l’altro bevendone possa fare esperienza dell’amore che trasforma, significa celebrare l’eucaristia.
Solennità del SS. Corpo e Sangue di Cristo B Leggi Marco 14, 12-16.22-26