Fare “buon uso” del tempo [2]

di madre Patrizia Graziosi
Fare “buon uso” del tempo non è “riempirlo” di tante cose o “risparmiarlo”, ma “viverlo” bene. E il problema non consiste nel far durare...

il più possibile il tempo che fugge, ma nel rendere ciò che passa già fin d’ora seme di eternità: più che aggiungere giorni alla vita, aggiungiamo vita ai giorni. San Paolo scrive: “Fate molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi, facendo buon uso del tempo” (Ef 5,15-16). E buon uso si oppone ad “usura”, a spreco e conferisce alla vita una coloritura di senso che la riscatta dalla precarietà e dalla morte.
Esiste, allora, un modo saggio di vivere il tempo e Padre Médaille, con una veloce pennellata, lo esprime così: “Cogliete con diligenza le occasioni che vi si presentano di praticare la «grande virtù» (MP XIV,2). Il testo francese è, ancora una volta, più incisivo: Profitez soigneusement ossia approfittate con cura e il verbo “approfittare” rivela una urgenza che è assente nel verbo “cogliere”, più neutro. E lo stesso avverbio: soigneusement ha di nuovo in sé la parola cura (soin), che la traduzione italiana perde sostituendola con “diligenza”, che è altra cosa.
Padre Médaille invita: approfittate finché vi è dato il tempo, perché la vita è breve e fugge inesorabilmente; è come il giorno di ieri che è passato in fretta, come un turno di veglia nella notte o come l’erba che al mattino germoglia e cresce e alla sera è falciata e dissecca. [1]  [3] [4]