San Giuseppe patrono…

di madre Petra Urietti, Istituto
SAN GIUSEPPE PATRONOHo chiesto a san Giuseppe di regalarci "semi di sana inquietudine”, affinché la Pace vera possa porre la sua tenda in mezzo a noi e noi!

San Giuseppe è l'uomo concreto per eccellenza e sarebbe bestemmiare il suo nome se non partissimo da qui, con il desiderio di fare qualcosa di concreto e "rimboccarci le maniche”: le maniche della mente, del cuore, dell'azione.
Torniamo prima di tutto al titolo della VI parte di Redemptoris Custos: "Patrono della Chiesa del nostro tempo". Questo titolo è più che un titolo! È forse un’ammonizione, una sveglia, una traccia per un serio esame di coscienza, per un nuovo programma vita!
Per cercare un patrono-protettore dobbiamo sentirne il bisogno! Per sentirne il bisogno dobbiamo essere sempre più coscienti del pericolo che ci circonda e ci abita…
Chi ancora oggi vuole un patrono-protettore? Di solito ci crediamo e ci comportiamo da autosufficienti, protagonisti e registi a tempo pieno della nostra esistenza...
Ci affidiamo, e affidiamo ogni nostro passo, a programmazioni, a tecnologie sempre più moderne e o a "esperti" di vario tipo... Per accogliere qualcuno come protettore-patrono, dobbiamo, lo ripeto, prima di tutto sentirne il bisogno, sennò rischiamo appiccicare questo concetto sulla nostra vita come se fosse un francobollo dalla colla secca (che nel giro di poco si stacca...).
San Giuseppe, che ha avuto all'inizio della sua esistenza il compito di custodire Redentore, continua ad avere questo compito e, nel tempo attuale, mi pare sia più che mai necessario che conservi questo ruolo.

Il testo è stato estratto dall’intervento di madre Petra Urietti, Istituto suore di S. Giuseppe, svolto nel Seminario di studio: A 30 anni dalla “Redemptoris Custos” (Roma, 22-24 febbraio 2019). Madre Petra ha trattato la VI parte del documento. Relazione completa
madre PETRA URIETTI (4a da sinistra)