Sobrietà come stile di vita

di Silvia Canale

“Solo quando gli uomini avranno tagliato l’ultimo albero;

solo quando avranno inquinato l’ultimo fiume; solo quando avranno ucciso l’ultimo pesce; si renderanno conto che il denaro non si può mangiare”.
Con questa frase degli Indios dell’Amazzonia, il relatore, Adriano Sella, ha introdotto il tema: “Sobrietà e nuovi stili di vita”, scelto per la giornata del 19 ottobre 2013, promossa dalla Commissione ‘Giustizia e Pace’ della Federazione italiana, Suore di San Giuseppe.
Il relatore, con competenza ed esperienza, ha denunciato i danni ecologici causati dall’uomo. Danni che si rivoltano contro gli umani e si ripercuoto su tutti gli abitanti del mondo. Infatti, “stiamo rovinando anche noi stessi”. Oggi “la crisi più profonda è quella esistenziale: affettiva e relazionale. Siamo sopraffatti dal sistema iperconsumistico… Si è arrivati a un consumismo che ci consuma”.
È urgente aprire strade nuove: es. un nuovo rapporto con l’agricoltura, favorire le imprese e le banche etiche che non puntano solo sul profitto…
“Cercare l’essenzialità – continua il relatore – è l’arte dello scultore… L’essenzialità genera felicità. Occorre ricuperare il ben vivere, che non è vivere bene a danno degli altri. Le cose esistono per essere usate; le persone esistono per essere amate. Se c’è tanto caos nel mondo è perché le cose vengono amate e le persone usate”.
Nella seconda parte dell’intervento Adriano Sella ha approfondito, delineandone il volto concreto, alcuni stili di vita accessibili a tutti, improntati sulla sobrietà ed essenzialità. È fondamentale fare scelte a favore della libertà nei confronti del denaro e delle cose.
Sella ha concluso il tema evidenziando come il rapporto con Dio ci educa alla giusta misura del rapporto con le persone e le cose. Solo così potremo ”colorare il mondo”.
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