Per l'eternità [1]

di madre Patrizia Graziosi
Nostalgia dell'eternità“Non ci seducano, o Padre, né i beni terreni né i facili successi; ma il tuo Spirito illumini i nostri occhi per discernere l'effimero e l'eterno,...

l'illusorio e il permanente, e così potremo aver parte con te, che sei l'origine d'ogni esistenza, al banchetto della vita senza fine” (D. M. Turoldo).
Tutta la nostra vita è giocata su di una scelta che ogni giorno si ripropone e che padre Médaille indica con due parole: questo mondo o l’altro, il tempo o l’eternità. È come un bivio che incontriamo mentre viviamo “qui e ora”, dunque nel tempo, e la tentazione di scegliere le cose che non contano per l’eternità è sempre in agguato.
Leggiamo in una massima: “Fate in modo che le vostre buone opere siano na­scoste nel tempo per non apparire che nell’eternità” (MP IV,6). Sentiamo l’eco delle parole di Gesù: «Mentre tu fai l’elemosina non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto» (Matteo 6,3). E ritorna alla mente una beatitudine che ha il suono di un canto e che esce dal cuore di padre Médaille mentre contempla la vita nascosta di Gesù a Nazareth: “Beate le anime che non si curano né di conoscere o d’essere conosciute, né di vedere o d’essere viste, ma sono pienamente soddisfatte di conoscere e di essere conosciute da te solo!” (EC II, VII).
Come scrive Dietrich Bonhoeffer: “Lo straordinario deve essere fatto, ma non deve essere visto”.
E, allora, l’interrogativo che padre Médaille ci suggerisce di porre è: tu, che hai nel cuore la nostalgia dell’infinito e dell’eterno, che cosa cerchi veramente? scegli i criteri del Vangelo, sempre in perdita perché segnati dalla gratuità, o i criteri che papa Francesco chiama “mondani”, che ti seducono e ti distolgono dal vero bene? [1]  [2]  [3]