L'amore non finisce [2]

di madre Patrizia Graziosi
L'amore non finiscePer il tempo o per l’eternità? È la domanda che padre Médaille ci rivolge e ci suggerisce una strada perché il nostro cammino, che sovente segue vie tortuose...

e imbocca vicoli ciechi, si diriga verso la meta della vita: Dio. Egli scrive in una massima (MPI 40): “Non amate nulla che non sia eterno” (“N’aimez rien qui ne soit éternel”). Sette parole soltanto - il numero della perfezione - ma folgoranti. Mettendo la frase al positivo abbiamo: amate solo quello che è eterno.
Che cosa Padre Médaille ci vuole dire?
Di solito per noi l’eternità è il tempo che dura sempre, è come una linea continua che si perde all’infinito e non ha un termine: una specie di eterno presente. Ma l’eternità non è questo, è semplicemente il non-tempo. Allora “nulla che non sia eterno” vuol dire ciò che non è soggetto all’usura del tempo, ciò che è fuori dal tempo. E che cosa il tempo non distrugge, perché non è sotto il suo dominio? Dio, l’infinito che abita in noi. Che cosa resta nel non-tempo? San Paolo scrive: “La carità non avrà mai fine” (1 Corinzi 13,8).
Padre Médaille ci sta dicendo: sei piccolo, fragile, un “niente” in te stesso”, ma l’Infinito ribolle nella tua fragilità, tu sei la casa che l’infinito ha scelto di abitare e questo lo può fare solo se tu sei fragile. Se tu non fossi fragile, in te abiterebbe la tua forza che riempirebbe tutto lo spazio della tua interiorità. Allora, è questo che devi “amare”, cercare e vivere: la scintilla di fuoco che Dio ha infuso dentro di te. Come scrive Romano Guardini: “Raccogliere lo spirito in ciò che dura eternamente e lasciare che le cose caduche facciano il loro tempo. In Dio, non nel tempo, deve essere il possesso. Allora l’uomo può estrarre frutti di eternità dalle stesse cose terrene”.  [1]  [2]  [3]

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Padre Jean-Pierre Médaille

Padre Médaille (versione moderna) Padre Médaille (versione moderna)Immagine stilizzata