La nostalgia di Dio [3]

di madre Patrizia Graziosi
La nostalgia di Dio“Non amate nulla che non sia eterno” perché l’Infinito abita in voi. Dio ha posto nel nostro cuore la nostalgia di Lui.

Che cosa è la nostalgia? “È la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare a qualcosa che si è perso”. La parola nostalgia deriva dal greco: è composta da nòstos, che significa ritorno, e àlgos che invece significa sofferenza. La lingua portoghese la chiama: saudade. “È il desiderio di ritornare in patria, in un mondo perso e lontano; è quasi un sentimento che descrive la lotta interiore per non cancellarne la memoria e conservare intatta l’esperienza passata” (G. Matino). La nostalgia di Dio, in fondo, è il desiderio di ritornare là, da dove noi veniamo, la patria che abbiamo lasciato con la nascita e che rischiamo di dimenticare.
Il mondo fa di tutto per farci dimenticare Dio il più in fretta possibile e anche per noi il ricordo si può sbiadire, presi come siamo dalle tante piccole cose che ci attirano. E i ricordi rischiano di essere quelli del passato molto remoto, che finiscono con l’occupare grande spazio della nostra mente a scapito del ricordo di Dio. Ma Dio è la patria a cui ritorneremo e la vita è questo lento ritorno. Padre Médaille esprime molto bene la “nostalgia” di Dio nella massima 14 del capitolo IX, dove scrive (a conclusione): “Questo amore, quando è gran­de, fa sì che l’anima, sulla terra, languisca e aneli in­cessantemente al possesso di Dio”.
“Non amate nulla che non sia eterno” ci invita padre Médaille, il quale usa il verbo amare ossia amate Dio e amate il prossimo. E questo è crocifiggente. Lo troviamo scritto nella massima 4 del V capitolo: “La vera prova dell’amore consiste nel soffrire molto per chi si ama”. Come trasformare le nostre ferite in ricchezza? o come “trasformare le ferite della vita in feritoia di speranza?” (Bregantini). Amando fino alla morte in croce, come ha fatto Gesù, ci risponde padre Médaille. [1]  [2]  [3]