Essere ponti

di Michele Mea
Essere pontiÈ iniziato il nuovo anno e per le associazioni Gentes e Speranza e si ripropongono tante richieste da soddisfare:...

corsi da programmare, persone da ascoltare. Ognuna è un pezzo di umanità ferita che cerca ristoro in un tè caldo, in una giacca, in qualche medicina e soprattutto in un abbraccio.
Eppure c'è ancora un altro modo per restituire dignità e lenire le tante ferite. Quello di insegnare loro a padroneggiare con la nostra lingua. Però c'è una differenza sostanziale, direi ontologica tra insegnare l'italiano a un italiano oppure a uno straniero.
Sicuramente avere in classe Alhadi, Kadija, Fatima, Nora, Mustafà, Joau, significa potere parlare loro in modo più autentico, più umano, perché si è svincolati dai voti, dai giudizi, dalla didattica, dalla burocrazia scolastica. Ci sono loro e la bellezza dell'incontro fatto di sorrisi, di sguardi d'incoraggiamento, di sonore risate quando il topo diventa “tubo”.
È così che sono le nostre giornate, è così che cerchiamo di creare ponti con questa grande, meravigliosa umanità itinerante.

Torno 8 febbraio 2020

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