La cosa giusta

di Angelo Fracchia
CDicono che ognuno di noi riesce a ottenere ciò che cerca veramente, nel profondo del cuore. Non è difficile da intuire.

Se un obiettivo è davvero al centro delle nostre attenzioni e dei nostri desideri più profondi, subordineremo tutto a quello, non ci saranno fatiche o prezzi da pagare che non valgano quel traguardo.
«Chi tiene davvero a fare carriera, al ruolo, farà carriera, perché sarà pronto a subordinare tutto a quello, cercherà i contatti giusti, si costruirà le conoscenze e gli atteggiamenti giusti per salire sempre di grado... Chi è più interessato, magari, al cuore del proprio lavoro, alla sua missione, tralascerà la carriera, e altri la faranno al posto suo».
Questo ragionamento, ascoltato anni fa, sembra un’ottima introduzione al vangelo del mercoledì delle ceneri... Se il mio obiettivo è di essere ammirato e lodato, mi metterò nelle condizioni ideali per essere visto e apprezzato, e parleranno bene di me. Sembra però che il Padre che è nei cieli non apprezzi tanto questo atteggiamento.
Dobbiamo allora pensare che preferisca vederci soffrire e stare male, dal momento che vuole il digiuno e la preghiera nel segreto? È interessante che si mettano insieme queste due dimensioni: se Gesù avesse parlato solo di digiuno, avremmo potuto pensare che il Padre sia un sadico, lieto a vederci star male. Ma lo ha messo insieme alla preghiera.
Gesù ci suggerisce che vadano insieme, l’abitudine a incontrare Dio nella preghiera e ad accontentarsi dell’essenziale nel digiuno, scoprendo, mentre rinunciamo a qualcosa, di essere più forti anche di ciò che è lecito che desideriamo. Quasi che il digiuno, la rinuncia che per noi si identificano soprattutto con la quaresima, non siano un modo di star male (altrimenti davvero faremmo di Dio un sadico), ma di ritornare all’essenziale, a essere magri e scattanti nello spirito, per saper correre, felici e leggeri, sui passi di Gesù.
Mercoledì delle ceneri, anno A >>Si potrebbe rileggere il vangelo secondo Matteo, 6,1-18