In pellegrinaggio ad Assisi

di suor Elena Pautasso, Istituto
Pellegrinaggio ad Assisi con i cresimandiIl gruppo dei cresimandi di Corridonia (MC), ha vissuto un pellegrinaggio ad Assisi, venerdì 11 e sabato 12 settembre.

Ci ha accompagnato, nella visita ai luoghi di san Francesco e santa Chiara, una suora francescana aiutandoci a conoscere e gustare tutta la bellezza spirituale.
Partiti nel pomeriggio del venerdì, dopo circa due ore di viaggio siamo giunti ad Assisi. Da subito ci siamo messi in cammino per la Chiesa di San Damiano, luogo in cui ha vissuto santa Chiara con le compagne, le Clarisse. Nel 1205 san Francesco d'Assisi, dopo aver vagato nella campagna, entra nella chiesetta di san Damiano. Pregando davanti al crocifisso, presente all'interno della chiesa, gli chiede insistentemente luce per il suo cammino. Lo sente parlare e chiedergli per tre volte di “riparare la sua casa che va in rovina”. Questo evento inciderà profondamente nella vita del santo che proprio qui, negli ultimi anni della sua vita, comporrà il Cantico delle creature. Il crocifisso ha un aspetto molto particolare: Cristo in croce non mostra sofferenza, ma sembra quasi ergersi per comunicare a braccia aperte un messaggio di speranza. È un Cristo risorto, vivo che sta chiamando ciascuno di noi e ci dice: «Va’, ripara questa società, ripara questo mondo che la pandemia ha peggiorato invece di migliorare. Tu, puoi fare tantissimo: credere in Dio e credere nei fratelli!». Davanti a questo crocifisso, i ragazzi sono stati invitati a fare silenzio e ad ascoltare il Signore.
Proseguiamo da san Damiano alla Porziuncola, una piccola chiesa che era tenuta dai benedettini. Qui san Francesco chiese al prete, che aveva appena finito di celebrare la Messa, di aprire il Vangelo a caso chiedendo al Signore una parola per lui. La pagina si apre sul brano che narra l’episodio in cui Gesù invia i discepoli. «Andate a due a due. Non portate bisaccia, né sandali...» (Lc 10,4). Francesco scopre che era questo il desiderio più profondo del suo cuore. Da qui ha inizio il suo cammino di sequela del Signore. Inoltre, alla Porziuncola, Francesco ha chiesto una grazia, non per sé, ma per tutti: di essere perdonati dai peccati, per sempre! L’indulgenza plenaria! I ragazzi sono stati aiutati a comprendere il valore del perdono ricevuto e donato e, di conseguenza, l’importanza del sacramento della Riconciliazione.
Altra tappa: il Sacro Tugurio di Rivotorto. Luogo posto sulla strada che da Perugia porta a Foligno, in cui san Francesco ha dato inizio alla prima comunità dei frati e dove ha vissuto per due anni. A Rivotorto avviene l’incontro con il lebbroso, nel quale il Signore gli fa vedere un fratello. Cosa si fa con un fratello? Scende da cavallo, lo abbraccia e lo bacia. Quello che era amaro si è trasformato in dolcezza. «Andiamo dai nostri fratelli lebbrosi», dice san Francesco. Tutti li allontanavano; per loro invece erano fratelli! Diventare amici di tutti! Questo l’invito fatto ai ragazzi a partire dalla visita al Sacro Tugurio.
Non da ultimo, abbiamo visitato la tomba di Carlo Acutis, un ragazzo della loro età, morto a 15 anni a causa di una leucemia fulminante, che verrà beatificato il prossimo 10 ottobre ad Assisi. Così diceva Carlo: «La nostra meta deve essere l’infinito, non il finito. L’infinito è la nostra patria. Da sempre siamo attesi in cielo». Sua è la frase: «Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie». Da qui l’invito ai ragazzi a vivere in pienezza la propria vita come originali, mettendo al centro l’Eucaristia, che Carlo definiva una “autostrada per il cielo”.
Un pellegrinaggio durato solo un giorno e mezzo, ma vissuto con tanta gioia e serietà dai ragazzi che, fin da prima della partenza, sono stati richiamati alla responsabilità di fronte ad una uscita che, in questo tempo, non è stata scontata.

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