San Giuseppe, uomo libero

di madre Petra Urietti
San Giuseppe nella casa Generalizia, Istituto, TorinoCome Congregazione, meglio, come «famiglia del Piccolo Disegno» […] abbiamo il mandato specifico di vivere qualsiasi servizio con lo stile di san Giuseppe...

e soprattutto di cercare, attraverso ogni servizio e presenza, di essere artigiane di comunione, anzi, per usare il linguaggio a noi familiare, «fermento di comunione». Ma, il tutto, nella più profonda semplicità e senza pubblicità: di nessun genere.
Direi però che forse (e senza forse!) è necessario che ci soffermiamo un attimo anche sul «mestiere» di san Giuseppe per capire cosa è chiesto a noi: quell’uomo di Nazareth era falegname carpentiere.
Come mai il Padre Eterno ha scelto per custodire suo Figlio un uomo che svolgeva quel mestiere e non un altro, per esempio pescatore, visto che poi vari dei più stretti collaboratori di Gesù vivevano tra barche e reti?
Oso una interpretazione: aveva bisogno che per 30 anni il Messia vedesse come si possono costruire le cose mettendo insieme dei pezzi, come le si possono riparare, far nuove, usando altri pezzi a volte molto piccoli (ritagli quasi di scarto…) e come i pezzi debbano essere tagliati, segati, piallati e scartavetrati (...anche se forse la cartavetro non esisteva ancora!).
Tratto dall’articolo di madre Maria Petra Urietti scritto sul settimanale “La voce e il tempo” n. 21 di domenica, 3 gennaio 2021. Vedi l’articolo completo sul PDFSan Giuseppe, uomo libero di madre Petra Urietti

Condivisione

FacebookTwitterWhatsappPinterest