Il "Padre Nostro"

di Christina Razanatahina, Aosta
Dite. Padre nostroMi ha colpito particolarmente la frase “Il Padre nostro è la preghiera di coloro che hanno accettato la logica di farsi piccoli, umili, poveri...

e disponibili all’azione del regno”. La piccolezza è infatti la via per riuscire ad ascoltare la voce del Signore Gesù. Nel vangelo Egli ci dice: «Ascolteranno la mia voce e ci sarà un solo gregge e un solo pastore» (Gv 10,16). È la conoscenza di noi stessi che ci permette di sentirci piccoli davanti a Dio e ci apre alla relazione con gli altri.
Quando Gesù parla di “piccoli”, non intende parlare di bambini, di ultimi, di poveri, di sfortunati, ma di quelli che riconoscono di avere bisogno di lui. Quelli che praticano la sua parola nella semplicità della loro vita quotidiana. «Non chiunque mi dice: Signore, Signore entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli» (Mt 7,21).
I piccoli sono quelli che accettano, accolgono e seguono l’invito di Gesù «Venite a me». Il “farsi piccoli, umili” è il proprio delle persone capaci di sopportare con pazienza le umiliazioni, come Gesù le ha accettate. I poveri sono coloro che hanno come unica ricchezza il vangelo di Gesù.
Quando si vive veramente l’amore di Dio, ci si preoccupa sempre di attuare le cose che piacciono a lui, come dice la Massima di padre Médaille. «Siate tutte di Dio con un totale abbandono di voi stesse alla sua divina Provvidenza; tutte per Dio con un amore indiviso, completamente disinteressato; tutte in Dio con una continua ricerca della sua Presenza» (MP I,3).