di madre Petra Urietti
Era là all’angolo di un incrocio, un incrocio importante. Era buffo. Era paradossale. Faceva sorridere e piangere al tempo stesso.
Faceva per certi versi arrabbiare e dir parolacce e per altri versi faceva ammutolire e pensare. Era vecchio: cotto dal sole e con un bello strato di polvere addosso. Presentava segni di “ferite” di vario tipo: di certo anche auto o moto gli erano passati troppo, troppo, vicini, ma non solo. Di certo, in tempi diversi, gli avevano sparato addosso più volte, ma non erano riusciti ad abbatterlo.
Quel cartello dalla scritta sbiadita, ma ancora ben leggibile, stava là, poco distante dalla Cattedrale, dove il traffico (civile e militare) si raggrumava e disperdeva in mille rigagnoli colorati, frastornanti e assurdi, ogni giorno, ogni ora.
La scritta osava dire: “Il fumo uccide. Smetti di fumare”.
Bangui, capitale della RCA, vive da anni (decenni?...) tra colpi di stato riusciti e non riusciti, vive farcita di militari locali e militari venuti da lontano, anche da molto lontano: Burundi, Nigeria, Indonesia, Francia, Russia...
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