Canne da zucchero e filo spinato

di madre Petra Urietti
Congo: lunghi percorsi per attingere acquaI bruchi gialli ci hanno seguiti ovunque in questo viaggio nella Regione dei Grandi Laghi, nella zona est della RDC.

Bruchi a volte molto lunghi, a volte più corti, ma sempre bruchi che mettevano a disagio, a volte anche paura, che di certo, sempre, mordevano dentro. «Avevano “mille piedi”?». Forse anche di più! Piedi per lo più scalzi, feriti, incalliti, screpolati... Piedi a volte piccoli e giovani o spesso più grandi, adulti e anche vecchi e consumati, dove la pelle grinzosa si accompagnava ad ogni passo, a fatica e dolori di “ossa e giunture”.
Come è possibile vivere sulle sponde del lago Kivu e del lago Tanganica e non avere acqua pulita per bere, cucinare e lavarsi?...
Quei bruchi, formati da bidoni e bidoni gialli da 25 litri l’uno, uno dietro l’altro, con qualche piccola interruzione bianca da 5 litri, continuano a mordere dentro anche quando non li vedi più, perché sai che ci sono. Che centinaia di donne (bambine o adulte) occupano gran parte della loro giornata (e schiena…) accanto a loro. Code e code alle poche fontane a pedale del quartiere, o ai semplici rubinetti piantati su un tubo che emerge dal terreno per poco più di un metro. Semplici tubi di ferro con un rubinetto sopra, ma più potenti dello scettro di un re! Se per un qualsiasi motivo lo zampillo di acqua non esce più, tutta la vita si ferma e il pianto di tutto il quartiere o villaggio comincia a scorrere... >>Leggi il Racconto completoRacconto del viaggio in Congo di madre Petra Urietti

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