La liberazione è vicina

di Angelo Fracchia, Cuneo
La liberazione è vicinaQuante volte abbiamo incontrato questo vangelo, o pagine evangeliche simili, che, riprendendo gli stili apocalittici, sembrano essere cupe e minacciose,...

e ce le siamo spiegate con i contesti particolari in cui erano state scritte. Oggi ci pare di saperci situare meglio sul loro sfondo: segni negli eventi naturali, «angosce di popoli in ansia», morte di uomini «per la paura e per l’attesa di ciò che deve venire». Non sappiamo se ci spaventa più il Covid, l’economia, l’emergenza ambientale o la nostra stessa paura.
Forse questa pagina parla finalmente di nuovo per noi, e ci dice due cose soprattutto.
Allora si vedrà venire dal cielo «il Figlio dell’uomo», che secondo i cristiani è Gesù e che si presenta con quella formula che lo ritrae come l’uomo per eccellenza, chi è davvero, autenticamente, profondamente uomo. Quasi che, proprio perché siamo scossi via dalle nostre comodità e chiamati a vivere tempi di emergenza, possiamo vedere di nuovo e meglio chi è davvero l’essere umano. Lo sappiamo, ne abbiamo esempi sui giornali e tra i vicini di casa, di “tipi qualunque” che proprio questi tempi hanno svelato come persone vere, autentiche, generose e coraggiose.
E, insieme, quando tutto ciò accadrà, il vangelo ci invita non a nasconderci ma a sollevare il capo, «perché la vostra liberazione è vicina». Quando tutto sembra vacillare ed essere preso dalla paura, c’è modo per scoprire chi siamo davvero, e quanto la relazione con Gesù possa aiutarci. A vivere. Perché il sogno di Dio non è di punirci, ma di liberarci.
Dio non manda la pandemia, ma questa può essere un’occasione per tornare all’essenziale, per recuperare la nostra umanità profonda e la relazione con lui.
I Domenica di Avvento C Si può riprendere il Vangelo di Luca 21,25-28.34-36