Attesa

di Costanza Lerda, Cuneo
Attesa, AvventoNon è vero che sovente assaporiamo maggiormente l’attesa di un evento che la realizzazione dello stesso? A me capita:...

mi preparo, se devo, leggo, studio, mi piace essere pronta, lo faccio volentieri, lo credo parte del mio impegno in quel preciso momento …. Poi accade e in un batter d’occhio finisce. Come la scelta e la cura dei cibi da servire per un pranzo importante e in quanto poco tempo scompaiono le prelibate pietanze?
È importante l’attesa, da vivere senza fretta, ma operosa.
Vigilare, attenti, sul mondo credo rimanga il nostro impegno in Avvento.
Accorgersi di quanto non va e di quanto dipende da noi. Guardare ancora più attentamente, analizzare, confrontarsi. Impegnarsi, ognuno nel suo piccolo, affinché l’attesa non sia sterile, sia riempita di incontri, di fatti, di letture, ben condita e non snervante, calma. Perché no, anche confortante.
Perché poi alla fine, come ai pastori, quando meno te lo aspetti: “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce, su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse” (Isaia 9,1).
È proprio bello questo versetto della Bibbia, un evento inaspettato.
Prepariamoci ad accogliere qualcosa di sconosciuto o di conosciuto, ma nuovo per questo tempo. Chissà se riusciremo a far splendere una piccola luce per i profughi tra Polonia e Bielorussia.
È verde quella che gli abitanti dei villaggi al confine lasciano accesa per segnalare la condivisione e la possibilità di salvezza. La povera gente di quella terra che vuole essere vicino a quell’altra povera gente dannata su confini costruiti da uomini.