I passi di Dio nella mia vita

suor Marie Angèle Ravaosolo
I passi di Dio nella mia vitaSono stata invitata, nella festa dell'Epifania, a testimoniare la mia vocazione: raccontare le meraviglie che il Signore ha operato...

nella mia vita alla sua sequela. Ho quindi il piacere di condividere, con gratitudine e gioia, qualcosa della mia storia che potrei chiamare i passi di Dio nella mia vita. Vengo da una famiglia atea di sei figli (4 maschi e due femmine), sono la terzogenita. A 14 anni entrai per la prima volta nella chiesa della mia parrocchia. Nel villaggio, a quel tempo, le famiglie che non andavano a pregare erano ritenute ladre, perché ogni domenica c'erano cose che stranamente scomparivano… Quello stesso giorno, sentii, interiormente, che Dio mi chiamava a essere tutta sua... Era la domenica del 7 luglio 1985 e la Parrocchia celebrava la festa patronale: Santa Maria Goretti.
Prima della messa, una suora è salita all'altare e ha raccontato la storia di questa santa martire che mi ha colpito profondamente. Dopo la messa, mi sono avvicinata al parroco e gli ho detto che volevo seguire Gesù e dedicarmi interamente a lui nella vita consacrata. Lui, dopo avermi guardata bene, mi rispose: «Oh, figlia mia, la vita consacrata non è fatta per l'atea che sei! Se vuoi davvero donarti a Cristo e farti suora, devi conoscerlo meglio e per questo devi frequentare la catechesi». E poiché il mio cuore ardeva come quello degli Apostoli sulla via di Emmaus, mi sono subito iscritta al primo anno di catechesi.
A sedici anni ho ricevuto il battesimo, a diciassette ho fatto la prima comunione e a diciotto ho ricevuto il sacramento della cresima. Poi, sono entrata nella Congregazione delle Suore di San Giuseppe di Aosta. Da quel giorno, ho dovuto combattere contro mio fratello maggiore che aveva autorità su di me, come sostituto del padre, morto molto giovane. Egli non voleva assolutamente che seguissi questa strada. Mi disse: «Nella nostra famiglia ci sono solo due ragazze, non puoi abbracciare uno stato di vita così bizzarro. Vivere per sempre senza marito e senza figli!».
Lo capivo, perché non aveva incontrato il Signore come avevo avuto la fortuna io, ma non potevo obbedirgli. Ho cercato di persuaderlo: «Grande fratello, ascoltami! Sento che la mia felicità ora è legata a Cristo e alla sua missione, nessuno potrà più impedirmi di seguirlo...». Lui si arrabbiò e mi escluse dalla famiglia, dicendomi: «Da oggi non sarai più mia sorella, gestisciti, fai ciò che vuoi!». Infatti, non si è più preso cura di me, nonostante nessuno nella mia famiglia poteva sostenermi finanziariamente... Ho vissuto così un momento molto difficile. Nell'angoscia ho pregato... e il Signore è venuto in mio aiuto. Ha messo sui miei passi un sacerdote, un vero uomo di Dio che mi ha sostenuta spiritualmente ed economicamente. Grazie a lui oggi sono Suora e mi sento anche intimamente vicina a mio fratello maggiore, nonostante la sua caparbietà. Posso dire che, nonostante le preoccupazioni e i dolori legati ad ogni vita umana, sono felice. Dio mi ha donato una grande e bella Famiglia religiosa, il cui carisma è vivere le parole di Cristo: «Che tutti siano uno» (Gv 17), cioè: essere uno con Cristo e uno con tutti i fratelli. E… ho anche tanti figli… sono responsabile di una scuola che conta parecchie centinaia d’alunni!
Rivolgo un invito ai giovani: «Non abbiate paura di aprire le porte del vostro cuore a Cristo, lui è Amore, l'unico vero amore. Io continuo a farne l’esperienza». Vorrei anche dire ai genitori: «Non esitate ad aiutare i vostri figli a incontrare Cristo, siate contenti se il Signore li chiama a seguirlo, prima o poi ne scoprirete il valore».
Ringrazio di cuore tutti coloro che mi hanno aiutata a essere quella che sono oggi. Chiedo di pregare, con me, per la mia famiglia, in particolare per il mio fratello maggiore, affinché anche lui possa incontrare il Signore Gesù.