Fratelli con coloro che soffrono

suor Armanda Yoccoz, Aosta
Ciclone nel sud del MadagascarFacciamo in modo che coloro che soffrono ci sentano fratelli… Non posso tacere quello che ho visto e sentito del Madagascar, in questi giorni.

È un momento di grande prova per tutto il popolo malgascio e per la nostra Congregazione. Dopo tanti mesi di siccità, con tutte le conseguenze che possiamo immaginare per un popolo che vive di agricoltura, in meno di un mese si sono avventati sull’Isola ben due grandi cicloni.
Il primo è “Ana”, che ha recato gravissimi danni sull’altopiano con risaie sommerse, case distrutte, più di 80 morti e migliaia di persone rimaste senza tetto.
Sabato 5 febbraio, “Betsirai”, il secondo ciclone, è entrato sulla Costa Est della Grande Isola e ha portato ancora distruzioni e morte. L’85 per cento delle regioni di Mananjary, di Vohipeno… sono distrutte. Le chiese e le case costruite “in duro” sono state scoperchiate e le capanne demolite.
A Mananjary la casa delle nostre Suore e le due scuole, che accolgono ben 1438 alunni, sono senza tetto e invase dall’acqua.
A Tsiatosika, 20 Km da Mananjary, ci sono villaggi interi distrutti. La Chiesa, la casa delle Suore e la scuola sono senza tetto.
A Vohilava, 60 km da Mananjary, la casa delle Suore, il vecchio dispensario e la scuola sono scoperchiati, imbevuti d’acqua… in mezzo ad enormi alberi spezzati. Le tre scuole dei villaggi di Tanambao, Ampasimazava e Ambalanomby sono rase al suolo.
Il Villaggio di Andranovolo è totalmente sommerso. Le famiglie sono accolte nella “Scuola Sarah” per trascorrere la notte e là le Suore distribuiscono pasti attingendo alle riserve della refezione dei bambini. Il ponte che unisce la casa delle Suore alla scuola è stato travolto dalla corrente e i detriti, ammucchiati dall’acqua, servono da passaggio.
Di fronte all’atroce sofferenza di quelle persone che hanno perduto i loro cari, le loro case e i pochi averi e sono attanagliate dalla fame, tutti ci chiediamo: “Cosa posso fare io?”. Nessuno ha la risposta appropriata. Lasciamo risuonare in noi la frase detta da Gesù: Tutto quello che volete che sia fatto a voi, fatelo agli altri (Mt. 7,12).
Tanti chicchi formano una spiga, tante spighe formano un pane e tanti pani sfamano folle intere. In questo periodo tutti, è vero, attraversiamo momenti difficili. La vita è dura, a volte anche molto dura… Ma non lasciamo, però, che il nostro cuore si chiuda, permettiamo alla nostra sensibilità di esprimersi.
Insieme affidiamo al Signore tutti coloro che vivono nella sofferenza e nella massima povertà. Facciamo in modo che ci sentano fratelli.