Un cuore grande [1]

suor Patrizia Graziosi
Un cuore grande, secondo padre Médaille“Il primo passo verso ciò che è grande e irrealizzabile è un’azione che accade nella realtà vicinissima e angusta di ogni giorno (Robert Schneider).

Padre Médaille, nel primo capitolo delle Massime, ci invita a volere solo quello che è grande, in una apertura di orizzonti che libera dalla banalità e dall’insignificanza, e a rendere grandi le cose più piccole perché l’amore trasfigura tutto (I,4).
Che cosa significa “avere un’anima grande”? Vuol dire avere un cuore magnanimo. Scrive papa Francesco: «La magnanimità: avere un cuore grande, allargare il cuore sempre, con pazienza, amare tutti; e non vivere di quelle piccolezze che ci fanno tanto male». È l’invito ad aprire cuore e mente, ad ampliare gli spazi della nostra vita, a saper sdrammatizzare le situazioni dando loro il giusto peso, perché chi è magnanimo non è ripiegato su di sé e il suo orizzonte è vasto.
Un passo degli Atti degli apostoli (1,13) suona così: “Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore...”. “Salire al piano superiore” vuol dire guardare gli eventi, le persone, le situazioni “dall’alto” anziché “dal basso”, quindi vedere la realtà dal luogo di Dio invece che dal luogo del nostro sguardo sempre un po’ miope. Spalancare gli orizzonti ai problemi del Regno di Dio ci fa uscire dalle strettoie dei nostri egoismi, dalla suscettibilità che ci rende tristi per un insuccesso, per uno sgarbo ricevuto. Quando al termine della giornata ci sentiamo stanchi dentro, un po’ svuotati interiormente, ci dobbiamo domandare se siamo riusciti a salire al piano superiore o se, invece, siamo rimasti al pianterreno: se abbiamo aiutato il nostro cuore a divenire un po’ più magnanimo, allargato.

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Padre Jean-Pierre Médaille

Padre Médaille (versione moderna) Padre Médaille (versione moderna)Immagine stilizzata