Visita alle comunità del Brasile [2]

suor Gemma Valero, Chambéry
Suore di Chambéry: missione in BrasileCon gioia ho incontrato i laici del Piccolo Disegno brasiliani, che cercano di approfondire e attualizzare la spiritualità di padre Médaille.

Percorrono il cammino con le suore e cooperano nell’animazione liturgica e nella catechesi; organizzano la pastorale del bambino e dell’anziano; riuniscono i giovani e realizzano missioni di evangelizzazione; visitano e aiutano le famiglie più disagiate; si incontrano per riflettere e pregare. Esprimono la vita semplice, ma incisiva e creativa della Chiesa cattolica locale. La presenza di variegati gruppi e piccole comunità di derivazione protestante è una sfida grande, perché ciò che i pastori predicano e promettono, spesso distoglie tanti cristiani dal loro cammino ecclesiale. Anche se non mi pare che esista un ecumenismo “ufficiale”, in concreto esso viene vissuto. Un esempio: l’accoglienza nei nostri centri e nelle scuole Materne di bambini, ragazzi e giovani appartenenti ad altre realtà religiose, senza alcuna differenza.
Sono bene avviati i progetti di artigianato, taglio e cucito che riscattano la dignità delle donne, consentendo loro, nel tempo, una minima autonomia economica. Le loro testimonianze mi hanno davvero commossa. In particolare mi ha colpita una mamma. Ha espresso, con le lacrime, la sua felicità nell’acquistare per la prima volta frutta e verdura con i soldi guadagnati dalla vendita dei suoi prodotti artigianali. Prima aveva sempre dovuto dipendere dagli spiccioli di… elemosine.
Una realtà caratteristica, presente nel nord est del Brasile, è quella dei “sem terra”, i “senza terra”. Famiglie che vivono per anni e anni in baracche, generalmente lontano dai centri cittadini, in paziente attesa del loro pezzo di terra da coltivare e così iniziare una vita più dignitosa. Anche loro vengono sostenute, nelle loro sfide, dalle suore e da persone di buona volontà che sono sensibili al rispetto della giustizia e a una distribuzione più equa dei terreni. Mi sono irritata nel sapere, per esempio, che il 75% del terreno di uno dei luoghi in cui abitano le suore appartiene ad un unico proprietario. Quale la conseguenza? Lo sfruttamento di tanta gente costretta ad accettare un duro lavoro nei campi, ovviamente sottopagato.
Mi sorprende positivamente la vicinanza di alcune nostre sorelle a piccole tribù indigene quali i Kiriri e i Wassu Cocal. Questi indios, pur mantenendo le loro antiche tradizioni, hanno ormai contatti con le nuove tecnologie e con situazioni sfidanti. Nel rispetto delle diverse sensibilità culturali, si è creata, diciamo, una specie di alleanza tra loro e alcune suore basata sulla fiducia. Questo ha permesso di accompagnare gli indios nella vita cristiana, arricchita da varie forme di religiosità antica.
La riunione delle nostre quattro comunità religiose, durata tre giorni, ci ha permesso una serena condivisione di esperienze e di aspettative, di speranze e di sfide. Con immensa gratitudine abbiamo celebrato la festa dei 50 anni di presenza delle Suore di San Giuseppe in queste terre della Bahia, del Sergipe e dell’Alagoas.

 

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