Accogliere lo straniero [3]

Maria Giovanna Titone, Chambéry
Accogliere lo straniero - Dormitorio "Buon Samaritano"

Occorre essere voce di coloro che per la nostra società occidentale sono senza voce, richiamando l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica...

affinché il ricordo degli ultimi non sia solo uno slogan da campagna elettorale ma un’esigenza di civiltà, prima ancora che di carità. Come cristiani non possiamo accontentarci di una politica che usa all’occorrenza i simboli religiosi, ma dobbiamo essere esigenti e chiedere che i programmi e le conseguenti scelte amministrative rispondano ai bisogni reali delle persone, e soprattutto dei più deboli. Carità e speranza cristiana, dal punto di osservazione che mi offre il piccolo dormitorio parrocchiale «Buon Samaritano», non possono dirsi soddisfatte dal poco che possiamo fare; occorre una coscienza attiva e critica che senta l’imperativo di promuovere la giustizia sociale e si impegni con scelte concrete, a chiedere che gli ultimi non siano strumentalizzati per poi essere ancora dimenticati. Come Chiesa dobbiamo pretendere che i nostri valori fondanti non siano richiamati per creare divisioni tra coloro che possono o non possono accedere ai sacramenti, ma siano coerentemente realizzati in scelte politiche e sociali che promuovano una società in cui ogni donna e uomo siano riconosciuti nella dignità di persona.
Come ha sottolineato il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, nel suo ringraziamento al presidente del Consiglio uscente Mario Draghi, «dobbiamo pensare alla sofferenza delle persone e garantire risposte serie, non ideologiche o ingannevoli, che indichino anche, se necessario, sacrifici, ma diano sicurezza e motivi di speranza. [...] Il fondamentale confronto politico non deve mancare di rispetto e deve essere improntato alla conoscenza dei problemi, a visioni comuni senza furbizie, con passione per la cosa pubblica e senza agonismi approssimativi

 

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