dall’Opuscolo di formazione 2024
Aiutati dal brano di Vangelo di Matteo “La parabola degli operai mandati nella vigna” (20,1-16), proviamo a scoprire una nostra esperienza.
Quella del mondo del lavoro che può arricchirsi di valori e virtù che normalmente non si coniugano con questo tema. Se ci lasceremo accompagnare in questo percorso, probabilmente sperimenteremo quanto sia possibile guardare ai fratelli in un ambiente dove solitamente è privilegiato l’«io».
Invitiamo a leggere il testo del Vangelo relativo prima di procedere al seguente commento di don Francesco Carensi.
Gli operai della vigna dell’«ultima ora» perché sono pagati allo stesso modo? Se leggiamo il testo secondo le categorie sindacali, non possiamo non dare ragione agli operai della prima ora che hanno lavorato tutto il giorno, sopportando il caldo. Noi lettori della parabola ragioniamo esattamente come gli operai della prima ora: se “quello che è giusto” per gli operai dell’ultima ora, è un denaro al giorno, non sarebbe giusto che i primi ricevano di più? E invece ricevettero anch’essi un denaro ciascuno. […] Infatti il disagio dei primi operai non era nella quantità della remunerazione, ma l’uguaglianza del trattamento. Essi non vogliono rinunciare ad essere i primi. Anzi non ammettono che altri possano essere trattati come loro. Il testo come ho accennato ha un valore ecclesiale: come concepiamo il nostro servizio a Dio: una prestazione o una relazione? Se si tratta di prestazione allora misuriamo Dio e ci mettiamo a confronto con il servizio degli altri, entrando in un rapporto di competizione. Se invece c’è la relazione con il Signore, allora anche il peso della giornata è un dono di amore che facciamo, e la bontà del Signore verso tutti, è motivo di ringraziamento.
Dall’Opuscolo di formazione “Con partecipazione”.