Un amore incondizionato

Tina Salerno, Istituto
San Giuseppe: un amore incondizionato...La figura di Giuseppe, non è stato affatto marginale, anzi. In un mondo in cui spesso la donna subisce discriminazioni da parte del maschio, il Vangelo lo presenta pio e giusto.

Capace di amare in modo incondizionato un bambino, seppur non biologicamente suo. Marito, affettuoso e protettivo di una giovane madre, ancora adolescente. Uomo dedito al lavoro, alla famiglia e alla vita sociale. Non ho mai avuto un forte culto per i Santi, ho sempre preferito rivolgermi direttamente alla santissima Trinità, tuttavia la sua figura ha sempre destato in me ammirazione. Mi sono domandata quali fossero i sentimenti che possono averlo pervaso in un'epoca così bigotta, dove in realtà lo definirei un simbolo anticonvenzionale.
Volendo trarre una sintesi dettata dagli eventi vissuti da Giuseppe, direi che la sua gioia scaturita dalla sua capacità di amare, sarà stata sicuramente maggiore dell'ansia, della paura, dello stress, della frenesia di dover proteggere un nascituro dalla furia distruttrice di Erode. Ancor prima, questo marito si prodigava disperatamente nel trovare una nutrice in un piccolo sperduto villaggio, mentre Maria attendeva sofferente sulla groppa di un asino. Anche se fossi stata atea, avrei assaporato la sacralità di tale racconto, il quale racchiude un messaggio unico ed universale: l'amore reale riesce a superare anche gli ostacoli più mastodontici.
Giuseppe è la prova vivente di quanto sia possibile amare fino all'estremo una compagna di vita. Egli, annulla le logiche dettate dai vincoli di parentela. Ama Cristo esattamente come se fosse carne della sua carne. Ci insegna che la famiglia non è composta da individui con cui condividere necessariamente lo stesso sangue, bensì lo stesso linguaggio di amore. Questo, accadeva ben 2024 anni fa.

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