Intelligenza artificiale e umanità

suor Mirella Picco Botta, Chambéry
Intelligenza artificiale e umanitàCiò che dobbiamo cercare, senza stancarci, è la sapienza del cuore per rimanere pienamente umani e orientare verso il bene il cambiamento culturale in atto.

Fondamentale per me l’impegno su due fronti: 1. non irrigidirsi contro il nuovo, nel tentativo di “conservare un bel mondo condannato a sparire”; 2. mantenere un cuore incorruttibile nei confronti di ciò che ci distrugge, come esortava Romano Guardini. Il nuovo è infatti da interpretare solo con uno sguardo spirituale sapiente, che ci permetta di tenere insieme le altezze e le profondità, il passato e il futuro… e questo sguardo è dell’uomo! Né sapienza, né intelligenza si addicono alle macchine… Allora l’intelligenza artificiale è fuorviante?
«Le macchine hanno una capacità smisuratamente maggiore rispetto all’uomo nel memorizzare i dati e corredarli tra loro … Ma chi li decodifica, trovandone il senso? L’uomo! Allora è lui, sempre lui all’origine dell’intelligenza anche artificiale, i cui sistemi dunque contribuiscono al processo di liberazione dall’ignoranza e facilitano lo scambio di informazioni, ma nello stesso tempo possono alterare la realtà, facendo passare, senza problemi etici, il falso per vero!». Sono affermazioni di papa Francesco nel messaggio per la GMDCS che si terrà il 12 maggio 2024. E di chi è la colpa? Di chi li manovra!!! Ogni cosa nelle mani dell’uomo diventa opportunità di bene o pericolo, a seconda dell’orientamento del cuore. Allora è questo cuore umano che va curato e sul quale lo Spirito di Dio, se accolto, può dare origine a una nuova era, in cui l’uomo è di nuovo custode del creato, nel gestire sapientemente le nuove tecnologie, oppure, per cupidigia, soggiogato a sistemi che ci dominano da lui stesso creati.
«Già con i social media abbiamo compreso l’ambivalenza di questi sistemi di intelligenza artificiale con i loro rischi e le loro patologie, ora parliamo di un secondo livello qualitativo, se questi strumenti non finiscono nelle mani sbagliate». Per questo sono necessari modelli di regolamentazione etica, che però non sono sufficienti, se l’uomo - ci esorta ancora il Papa - non cresce in umanità, ponendosi all’altezza etica di quanto esige una società complessa e problematica, in cui nulla è semplice: perciò facilmente ci si scontra con il diverso, e il pluralismo non solo diventa fonte di collaborazione e dialogo, ma anche di forte disagio. Ci chiediamo: “Questo sviluppo tecnologico dove punta? A ridurci a dati? Il nostro pensiero diventa uno schema, la ricca esperienza umana un caso?
Ma quando mai una macchina entra in relazione? Perderemo la comunicazione interpersonale? L’informazione ha bisogno di un volto, di uno sguardo e, soprattutto, di compassione che, certo, non la tecnica, ma solo un cuore abitato dall’amore può dare.
Il domani? È nelle nostre mani!
Attenzione:

  • come fare perché le aziende che sviluppano piattaforme digitali si assumano le proprie responsabilità rispetto a ciò che diffondono?
  • Come garantire la trasparenza dei processi informativi?
  • Soprattutto, come evitare che le fonti si riducano a un pensiero unico?

Forse una risposta c’è ed è: insieme
Solo lavorando insieme crescerà la capacità di discernere, vigilare e vedere le cose a partire, però, dalla Sapienza, che “passando attraverso i cuori puri prepara amici di Dio e profeti” (cfr. Sap 7,27).

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