Dal weekend della Parola di Maggio

La voce di vari partecipanti
La voce di alcuni partecipanti al weekend della Parola«Quest’anno, nei weekend della Parola, ho riflettuto su quanto Dio è paziente con noi e che anche noi dobbiamo esserlo con lui. Saper discernere il bene e il male.

La zizzania si manifesta anche nella luce. Più uno vuole stare con Dio e più il nemico cerca di ostacolarti. Bisogna discernere e capire qual è il bene e come occorre seguirlo. Il quadro di Chagall è stato emozionante, vedere tutto ciò che è racchiuso nell’arca di Noè». Una segusina

«Una delle immagini artistiche presentata da Valentina è stata la “Casa”, io qui mi sento a casa. Cresco con tutte le persone presenti. Nessuno di noi preso singolarmente è perfetto. Solo se siamo uniti si è perfetti». Una mamma

«È stata la prima volta in cui partecipo al weekend e sono contenta. Mi hanno interpellata alcune frasi: “Lasciar crescere entrambi, il grano e la zizzania. Non avere paura anche della zizzania. Avere il coraggio di guardare anche le cose negative. Metterle ai piedi della croce”. Questi atteggiamenti sono importanti per la mia vita, mi permettono una consapevolezza nuova. Io tendo a fissare certe idee nella mia testa e faccio fatica a farle scendere. Ottimo l’atteggiamento di cura, essere “concime” per gli altri. Ho anche riscoperto la figura di Noè. Preziosi i punti per la preghiera e il colloquio con una guida». Moglie di un diacono

«La pazienza di Noè non è passiva: finisce il diluvio, arriva il vento, asciuga e lui aspetta. Ma ad un certo punto però prende l’iniziativa. Inizia ad esplorare fuori dell’arca, con quello che ha: un corvo e una colomba. Non si accoccola dentro l’arca, non è fermo ad aspettare che Dio gli dica di uscire. Il nuovo inizia, arriva… quando non vede tornare la colomba, allora toglie la copertura dell'arca. Forse il tempo è finito e bisogna togliere qualche copertura». Un chitarrista 

Condivisione

FacebookTwitterWhatsappPinterest