fratel MaggiorinoCome ha amato i fragili Gesù? Innanzitutto, le “fragilità” con cui Gesù si è incontrato appaiono in una gamma amplissima.
Diciamo quasi esaustiva di quelle presenti nell’umanità sofferente (fisicamente e spiritualmente), e molto spesso gravanti su persone socialmente irrilevanti, subordinate ed emarginate o reiette. Gesù inoltre non ha soltanto curato e guarito malattie del corpo (più o meno gravi, croniche e non; addirittura, in tre casi, ha restituito alla vita dalla condizione di morte), ma ha anche incontrato situazioni d’inquietudine esistenziale e vocazionale, di malattia spirituale, di peccato; ha fatto luce in esperienze di reprensibile ipocrisia o autentica tenebra; ha visitato nelle loro case molti ultimi della società di quel tempo, restituendoli alla dignità della vita; ancora, ha sostituito la sua amicizia ad una solitudine desolante. In secondo luogo, questo incontro non è avvenuto soltanto sulla richiesta dei tanti uomini e donne che sono accorsi a conoscerlo, ma altrettanto spesso sull’iniziativa diretta di Gesù stesso, mossosi lui per primo verso un’umanità bisognosa d’insegnamento, di conforto e di cura.
Una fragilità trasformata
Come hanno reagito all’incontro con Gesù i fragili che lui ha amato? A tutti è stata data l’opportunità di una “guarigione”, o forse meglio, di un “rinnovamento”. Molti sono stati “rigenerati”. Non tutti però in quei frangenti appaiono effettivamente “guariti” (per non aver saputo o voluto accogliere l’amore di Cristo ed operare quel discernimento interiore indispensabile perché la loro vita fosse trasformata).
Certo, per coloro che – nel senso ampio cui prima s’accennava – sono stati “sanati”, l’esistenza è cambiata del tutto: non solo per la guarigione fisica (o addirittura per la resurrezione dalla morte), o per quella psichica o spirituale, ma anche e soprattutto perché la percezione diretta ed inequivocabile dell’amicizia di Gesù ha prodotto in loro una speranza che prima non v’era, un desiderio ed insieme un bisogno di ripartire da capo, o ha favorito il rifluire di un’energia vitale positiva, riaccendendone la speranza!
Dall’Opuscolo di formazione 2024, pag. 24-25