Una nuova teologia cosmica

suor Raffaella Rudino, Istituto
Una nuova teologia cosmicaDomenica 27 ottobre si è tenuta nel pomeriggio, on-line, la seconda relazione di suor Mariaelena Aceti.

Questo il titolo: “Scoprire Dio, anima del mondo per rinnovare la fede e aver cura del creato”. Intanto sento il dovere di ringraziare suor Mariaelena perché la sua relazione mi ha fatto scattare, innanzitutto, la voglia di riprendere dallo scaffale, dove ormai stava da anni, la Laudato si’ per rileggerla e trarne fuori cose nuove e cose vecchie. La relatrice ha fatto presente come sia necessario prendere consapevolezza che molta scienza riconduce a Dio. E come sia più che mai necessario sviluppare una teologia cosmologica scoprendo ogni cosa in Dio e Dio in ogni cosa, come insegna Sant’Ignazio, poiché tutto nel creato è interconnesso.
In secondo luogo ha dimostrato quanto sia urgente acquisire una mistica delle relazioni, per arrivare ad una spiritualità ecologica che conduca a incontrare Dio in tutte le cose. Passaggio non semplice. C’è bisogno dello Spirito Santo, di chiedere aiuto a Qualcuno con l’insistenza del cieco Bartimeo. Richiamando appunto la pericope evangelica, proposta dalla liturgia della XXX domenica T.O., suor Mariaelena consiglia di fare nostra la richiesta di questo cieco. Alla domanda di Gesù: «Cosa vuoi che io faccia per te?», risponde: «Che io veda di nuovo». Accogliamo quindi la risposta di Gesù, «La tua fede ti ha salvato», come primo invito a considerare Dio presente in tutte le relazioni cosmiche; secondo, come sollecitazione a rinnovare lo sguardo per trovare Dio nel cosmo; terzo come stimolo a interrogarci sull’immanenza di Dio in questo nostro mondo che abitiamo. Tre provocazioni che ci aiutano a fare il passaggio dal Dio dell’intimità personale al Dio cosmico.
Solo con l’aiuto dello Spirito potremo uscire da una visione antropocentrica e intimistica per scoprire una nuova teologia cosmica che porta a chiamare, sull’esempio di San Francesco, fratello e sorella ogni cosa creata. Che larghezza di respiro e di orizzonti ci vengono aperti dalla Laudato si’! Penso che, se saremo desiderosi di rigustarne l’attualità e la freschezza, ci troveremo talmente immersi nella creazione da pregare i Salmi del creato con uno spirito nuovo, gioioso, esultante. Grati di essere parte viva del cosmo che ci circonda.
John Seed, ecologo australiano, difendeva a tal punto la foresta pluviale da affermare: «Non voglio più considerarmi uno che tutela la foresta pluviale, ma parte di questa foresta pluviale che difende se stessa. Io, noi, tutti, siamo parte di quella foresta pluviale recentemente emersa al pensiero».

In questo percorso spirituale, tracciato dalla Laudato si’, poco alla volta la nostra diverrà una spiritualità ecologica perché l’ecologia non è qualcosa posta al di fuori di noi ma è dentro di noi. Suor Mariaelena ha infine richiamato ciò in cui il creato trova la sua maggiore elevazione: l’Eucaristia. Papa Francesco scrive: “Il Signore, al culmine del mistero dell’Incarnazione, volle raggiungere la nostra intimità attraverso un frammento di materia. Non dall’alto, ma da dentro affinché nel nostro stesso mondo potessimo incontrare lui. […] Unito al Figlio incarnato, presente nell’Eucaristia, tutto il cosmo rende grazie a Dio. Di per sé l’Eucaristia è un atto di amore cosmico perché anche quando viene celebrata su un piccolo altare di una chiesa di montagna (o nelle nostre cappelle) è sempre celebrata, in un certo senso, sull’altare del mondo. Nel Pane Eucaristico la creazione è protesa verso la divinizzazione, verso le sante nozze, verso l’unificazione con il Creatore stesso e ci orienta ad essere custodi di tutto il creato” (n. 139).
Concludo queste mie riflessioni ringraziando vivamente suor Mariaelena che ha tratto dall’Enciclica spunti molto utili per nuove strade di spiritualità in rapporto al creato. In questo atteggiamento di mistica ecologica sentiamo più che mai di essere chiamate a vivere con grande impegno lo slogan del nostro ultimo capitolo “Vivere nel mondo come Eucaristia”.

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