Come uno sciame d’api…

suor Rosalba Scaturro, Chambéry
Figlie mei, come uno sciame d’api voi andrete nel mondo intero.Francesco di Sales fu un fecondo scrittore e, oltre a libri come Introduzione alla vita devota e Trattato dell’amore di Dio, scrisse più di duemila lettere.

In molti di questi scritti Francesco cita le api e il miele a tal punto che alcuni suoi detti - “Si prendono più mosche con un piatto di miele che con un barile di aceto” - sono entrati nel linguaggio comune della famiglia salesiana di cui il santo francese è ispiratore.
L’immagine delle api è molto cara alle suore di San Giuseppe. Richiama, infatti, il lontano 14 luglio del 1808, precisamente l’omelia della messa di consacrazione delle dodici “figlie nere” che, sotto la direzione di madre St. Jean Fontbonne - incaricata dal cardinal Fesch, vescovo di Lione -, restaurarono la Congregazione di San Giuseppe stroncata dalla rivoluzione francese. Le parole profetiche pronunciate quel giorno dicevano così: «Siete poco numerose, figlie mie, ma come uno sciame d’api voi andrete nel mondo intero. Il vostro numero sarà come quello delle stelle del cielo. Moltiplicatevi, conservate sempre la semplicità e l’umiltà che devono caratterizzare le Figlie di San Giuseppe».
Non solo don Bosco, ma ancor prima, nel XVII secolo, altri furono ammiratori di Francesco di Sales. Mons. H. de Maupas, ad esempio, vescovo del Puy (1644-1661) fu uno di questi. Postulatore della causa di canonizzazione, scrisse una biografia del santo ed ebbe, addirittura, a dire di volerne essere una copia. L’allora vescovo di Le Puy, era anche sostenitore del piccolo-grande missionario gesuita, Jean-Pierre Médaille: Aveva avuto modo di mettere mano a quegli scritti che avrebbero poi caratterizzato la vita del nascente istituto apostolico. Si spiega così il fatto che nei Testi Primitivi traspirano attitudini quali la mansuetudine, la carità e la dolcezza salesiane, disposizioni richieste altresì alle visitandine.
Francesco di Sales si distinse per la sua capacità di dialogare con i protestanti calvinisti; ne studiò la dottrina per comprenderla a fondo e per spiegare meglio le differenze con il credo cattolico. Ma anziché ricorrere alla sola predicazione e alla disputa teologica, escogitò un nuovo mezzo di comunicazione di massa: il manifesto. Scrive foglietti e li fa stampare in tanti esemplari, poi li attacca sui muri o li fa scivolare sotto le porte di casa. Quante delle sorelle che ci hanno preceduto hanno scritto lettere e consegnato fogliettini, quante si sono intrattenute in più o meno lunghe telefonate e quante, oggi, postano sui social e inviano messaggi con lo stesso scopo: rendere Dio vicino e familiare!
Chiediamo a San Francesco di Sales di avere a cuore la riconciliazione, di saper curare - già all’interno delle nostre piccole o grandi comunità - ciò che ci accomuna, per imparare ad accogliere serenamente le differenze. Dio Padre, per sua intercessione, rinnovi in noi l’urgenza di condividere l’esperienza del suo Figlio nella nostra vita, presenza che consola, fa sperare e che rimetta in cammino. Amen.

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