suor Patrizia Graziosi, IstitutoIl 19 marzo è una data “bella” per la famiglia del Piccolo Disegno, che è affidata alla custodia di san Giuseppe, ed è l’occasione per ridirgli il nostro amore.
Alcune parole degli scritti di padre Médaille disegnano qualche tratto del volto di questo Santo così straordinario nella semplicità di una vita ordinaria come è la nostra. “San Giuseppe per voi deve tenere il posto di Padre” (PD 82). Padre Médaille ci consegna una parola: Padre, tra le più forti e belle che le nostre labbra possano dire. Ed è la parola che ricorre nei Vangeli quando Gesù narra di Dio. Del resto, da chi Gesù ha imparato che il nome di Dio è abbà, papà? Da Giuseppe, dal suo modo di essere padre e di rivolgersi a Dio nella preghiera. Dalla sua tenerezza paterna ha conosciuto il volto di un Dio che è Provvidenza e il Vangelo si colora del volo degli uccelli e del fiorire dei gigli di campo. San Giuseppe è per noi come “l’ombra” del Padre celeste che scende e avvolge la nostra vita.
San Giuseppe è anche un maestro per il nostro cammino di discepoli di Gesù. Nelle Massime incontriamo l’immagine bellissima “della mano del discepolo unita a quella del maestro che la guida” (XIV,9). Possiamo sostituire a “Maestro” la parola “san Giuseppe” e a “discepolo” il nome di ciascuna/o di noi. Molte sono le Sue virtù, una in particolare ci colpisce: la sua “carità piena di misericordia” (CP 112). Quando Gesù proclamava alle folle: “Beati i misericordiosi…”, pensava forse a suo padre Giuseppe? Se lasciamo che il cuore di Dio incontri il nostro cuore, noi che siamo poco misericordiosi sapremo offrire ad ogni prossimo almeno un assaggio della tenerezza del Padre.
Padre Médaille chiamerà il nuovo Istituto: “Congregazione di San Giuseppe” e il nome, secondo la Bibbia, dice l’identità del gruppo, il posto che occupa nel grande disegno di Dio. A noi è chiesto di servire il prossimo come Giuseppe, il “tutto carità per Gesù e Maria” (CP 112). Sant’Ignazio di Loyola direbbe: “En todo amar y servir (in tutto amare e servire)”.
San Giuseppe “è passato nell’ombra sulla terra, come un viaggiatore nella notte”. Lui, “l’ombra del Padre”, continua a custodirci come “Padre nell’ombra” e sempre rimane “Padre per noi”.