Amare: una palestra esigente

dalla condivisione della Massima

Amare: una palestra esigenteIl tema delle Massime sull’amore di Dio e di conseguenza sulla carità verso il prossimo lo trovo uno dei più esigenti della vita.

Più complesso e più intrigante perché tocca la relazione. Intanto è da vivere tutti i giorni, dal mattino quando ti alzi fino a sera. Non c’è una pausa o una sospensione. A volte si dà un po’ per scontato il vivere di per sé l’aspetto comunitario. Ma è proprio qui il luogo che si fa palestra di amore concreto. Non è un aspetto gratuito. Non abbiamo il brevetto. È gratuito il dono, la grazia di Dio, ma non la nostra risposta. L’aspetto umano, le storie, le diverse provenienze e culture interferiscono creando difficoltà, conflitti e fatiche. Inoltre si aggiunge il fatto che non ci scegliamo per vivere insieme.
Ma c’è un aspetto fondante, saldo che è la fede. Insieme chiamate da Dio per crescere nel suo amore.
Ci sono tre aspetti che mi aiutano a vivere le relazioni fraterne, la carità e la misericordia.
Il primo è quello che è per me salvezza: è la preghiera. Nel momento del conflitto, della tensione o che mi sento ferita. Il trovare uno spazio per affidare a Dio la cosa, sento che mi aiuta a sdrammatizzare, ad allontanarmi un po’ dalla prima emozione, mi calma e mi ridimensiona. Mi dona serenità pregare per la persona che mi ha ferita o che o ferito io. Non è assolutamente un rifugio, ma è per poi dialogare o assumere un silenzio rispettoso senza freddezza.
Il secondo aspetto di aiuto è coltivare la stima delle persone. Sento che se cresce la stima con la persona che ho difficoltà queste non hanno più quel peso di prima.
Il terzo è mettermi di fronte all’amore che è quello che rimane nella vita presente e futura. Così ci dice il Vangelo, così ci dice Gesù. Possiamo fare tante cose, lasciare dei fili colorati positivi, ma quando siamo riusciti ad amare, a perdonare a essere buoni è il filo d’oro che brillerà in eterno.

Condivisione

FacebookTwitterWhatsappPinterest