Un maestro e un testimone

Donatella Coalova, laica di Chambéry
San Giovanni Paolo II è morto il 2 aprile 2005Per la Famiglia del Piccolo Disegno, san Giovanni Paolo II è un maestro e testimone della duplice unione.

Il 18 aprile 1980, rivolgendosi ai movimenti laicali di spiritualità, così raccomandava loro. «Restare uniti a Dio nel compimento dei compiti che vi competono è una necessità vitale per testimoniare il suo amore. E questa intimità con il Signore, solo una vita sacramentale e una vita di preghiera potranno farla crescere. Prendere del tempo per pregare, e alimentare la preghiera e le attività con lo studio biblico, teologico e dottrinale; vivere del Cristo e della sua grazia attraverso una frequenza assidua dei sacramenti della riconciliazione e dell’Eucaristia: queste sono le esigenze fondamentali di ogni vita profondamente cristiana. Così lo Spirito Santo sarà la fonte insieme della vostra azione e della vostra contemplazione che, allora, si compenetreranno, si appoggeranno l’una sull’altra e porteranno numerosi frutti»
Il 6 gennaio 2001, nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte, dedicò uno stupendo capitolo alla “Spiritualità della comunione”. Qui alcune batture.
«Spiritualità della comunione significa innanzitutto sguardo del cuore portato sul mistero della Trinità che abita in noi, e la cui luce va colta anche sul volto dei fratelli che ci stanno accanto. Spiritualità della comunione significa inoltre capacità di sentire il fratello di fede nell'unità profonda del Corpo mistico. Dunque, come “uno che mi appartiene”, per saper condividere le sue gioie e le sue sofferenze, per intuire i suoi desideri e prendersi cura dei suoi bisogni, per offrirgli una vera e profonda amicizia. Spiritualità della comunione è pure capacità di vedere innanzitutto ciò che di positivo c'è nell'altro, per accoglierlo e valorizzarlo come dono di Dio: un “dono per me”, oltre che per il fratello che lo ha direttamente ricevuto. Spiritualità della comunione è infine saper “fare spazio” al fratello, portando “i pesi gli uni degli altri” (Gal 6,2) e respingendo le tentazioni egoistiche che continuamente ci insidiano e generano competizione, carrierismo, diffidenza, gelosie. Non ci facciamo illusioni. Senza questo cammino spirituale, a ben poco servirebbero gli strumenti esteriori della comunione. Diventerebbero apparati senz'anima, maschere di comunione più che sue vie di espressione e di crescita».
L’enciclica Slavorum apostoli, del 2 giugno 1985, è oggi più attuale che mai. Afferma che non può esserci alcuno scontro di civiltà fra cultura slava e cultura occidentale, poiché entrambe nascono da una comune radice. Nel capitolo 27, infatti, Giovanni Paolo II sottolinea: «Cirillo e Metodio sono come un ponte spirituale tra la tradizione orientale e la tradizione occidentale, che confluiscono entrambe nell'unica grande Tradizione della Chiesa universale. Essi sono per noi i campioni ed insieme i patroni nello sforzo ecumenico delle Chiese sorelle d'Oriente e d'Occidente […]. Essere cristiani nel nostro tempo significa essere artefici di comunione nella Chiesa e nella società».
San Giovanni Paolo II è morto il 2 aprile 2005, giorno in cui si è celebrato il ventennio.

Condivisione

FacebookTwitterWhatsappPinterest