Rita Badariotti, laica PD Chambéry
Quando si propongono delle giornate “dedicate a…” io mi sento sempre un po’ a disagio perché dentro di me penso che siano inutili se limitate a quel giorno.
Ma mi è stato chiesto di scrivere un pensiero su alcuni aspetti per vivere in modo “più serio”, la Giornata del cuore, che si celebra il 29 settembre 2025. Quindoi mi son fermata un po’ di giorni a pensare a cosa potesse servire e cosa potesse significare. Per cercare di vivere una giornata seriamente, con consapevolezza, parlando del cuore e al cuore, imparando a pensare con il cuore per vivere con il cuore in mano, ci vuole allenamento. Poco per volta provare a svuotare il cuore da tante cose inutili e cercare di stare su quel pensiero alimentandolo alla luce di chi, nel tempo e nelle diverse culture, ha meditato su questi temi e ne ha fatto uno stile di vita.
Padre Médaille per esempio, così uno a caso, avrebbe qualcosa da dirci in merito?
«Un cuore vuoto di tutto è contemporaneamente pieno di Dio» (MP II,2b).
Per vivere con un cuore aperto a percepire le esigenze di chi ci sta vicino per farlo stare bene: «Amate il prossimo come voi stessi; amatelo come Gesù vi ha amati» (MP VIII,1).
Una giornata “seriamente” vissuta cercando di controllare i disappunti, di non rispondere al male con il male. «Vivete sempre nella pace e nella dolcezza interiore e lasciatela trasparire comportandovi senza precipitazione e senza affanno» (MP VI,1a).
Per svolgere con pazienza i tanti impegni che la quotidianità ci presenta, a volte ripetitivi e noiosi, senza lamentarsi troppo, oppure con nervosismo e agitazioneci può aiutare questa Massima. «Chiunque sa lasciare agire Dio in sé e per mezzo suo, senza intromettersi troppo, realizza molte cose in poco tempo e non perde mai la pace del cuore» (MP VII,5).
Ci suggerisce di allenarci, poco per volta, ad alzare il pensiero e lo sguardo a qualcosa di più grande di noi del quale percepire la Presenza e la sua forza che fa sì che tutto si compia. «Raccoglietevi spesso in Dio e fate ogni cosa alla sua presenza» (MP XIV,4).
Ascoltare il nostro cuore per percepire quel senso di incompiuto che ci spinge a cercare e capire, come ci dice S. Agostino: «Signore ci hai fatti per te e il cuor nostro è inquieto finché non riposi in te». Insomma alleniamoci a far camminare il nostro cuore per costruire ognuno: «Un metro quadrato di pace intorno a noi» (Paolo Curtaz).