Valerio Vecchié, laico del P.D. - Pinerolo-Chambéry
Il Tempo del Creato è quel periodo per evidenziare il Grido della Terra, violata, sfruttata, inquinata, depredata e rispondere con la riflessione e con azioni concrete.
Abbinato a questo grido ce n’è un altro. Il grido dei poveri, in un mondo dove i più fragili sono i primi a subire per gli effetti devastanti del cambiamento climatico, della deforestazione, dell’impoverimento della Terra. È ovvio che l’alterazione della qualità ambientale della Terra e la povertà, sono in stretta relazione. Motivo per cui la lotta agli eventi critici del Pianeta debbono essere parte del nostro impegno e della nostra responsabilità individuale e collettiva.
“Semi di pace e di speranza”
È il tema della 10a giornata mondiale per la cura del Creato. Questo evento, istituito da papa Francesco in concomitanza con la pubblicazione dell’Enciclica Laudato si’, è calendarizzato ogni anno dal 1° settembre al 4 ottobre, festa solenne di San Francesco di Assisi riconosciuto come “il Santo del Creato”. Il popolo di Dio si riunisce per riflettere, per pregare, per impegnarsi e prendersi cura della Casa Comune. Se, come già sottolineato, il Tempo del Creato è periodo di approfondimento, di sensibilità, di consapevolezza, di impegno… il percorso non deve fermarsi.
Spesso crediamo che il Grido della Terra e dei poveri siano problemi troppo importanti e gravi per poterli affrontare. Da un lato è vera la complessità delle problematiche ambientali e sociali, vitali per la Terra e per le persone. Ma se ognuno di noi (come singolo o come gruppo) si impegnasse per interventi importanti sul proprio territorio, avvierebbe un miglioramento a livello territoriale e sociale e una aggregazione delle persone.
Piccoli semi per il nostro piccolo “Creato”