di Costanza Lerda, Cuneo
Avvento… tempo di attesa. Avvento 2020… ancora di più. Che fare? Non è che aspettare voglia dire riposarsi, senza far nulla, annoiarsi…...
può voler dire anche questo, ma non solo. O meglio: rendiamo proficuo questo tempo, che non vada perduto. Sappiamo “ingannare” l’attesa? - una volta si diceva. Ognuno di noi può trovare soluzioni adatte al momento ed a sé, perché non si rimanga delusi, dispiaciuti di aver sprecato momenti, pensieri, risorse importanti.
Attendiamo il Natale, le feste come ogni anno. E come ogni dicembre dovremmo cercare, sforzarci di trovare riflessioni, pensieri non banali che ci avvicinino a questa ricorrenza, per incontrare l’essenziale.
Per che cosa? Per valorizzarne il significato più profondo, per innovare la memoria di quanto celebriamo e adattarla ai tempi. Questo vale sempre, comparato alle età, esperienze e percorsi di vita. Quest’anno poi si aggiungono altri pensieri…
Dobbiamo per forza metterci nell’ordine di idee di attendere. Ce lo dicono tutti. Attendere a incontrarci, ad abbracciarci, a spostarci, a vederci, a ritrovarci in momenti conviviali o di cultura, chiamati alla solitudine per un bene più prezioso che è la salute propria e di tutti.
Ma questa attesa ci può aprire orizzonti nuovi, di introspezione personali, di approfondimenti, di letture rimandate, di scritture rinviate, di lavori lasciati da parte… Inganniamola questa attesa per non abbatterci, per non sconsolarci, ma per viverla, vivere… Perché attendere non è tempo sprecato. E che sia un’attesa leggera e gioiosa…